Il mondo delle serie televisive è in fermento. Mentre in Italia cresce l’attesa per il ritorno di un fenomeno cult come “Mare Fuori”, oltreoceano una produzione di punta come “The Morning Show” affronta la sua nuova stagione tra elogi per il cast e perplessità sulla sceneggiatura. Due percorsi diversi che raccontano le sfide nel mantenere alta la qualità e l’interesse del pubblico.
Mare Fuori 5: Nuovi equilibri e faide interne
C’è grande attesa per la quinta stagione di “Mare Fuori”, la serie di successo ambientata nell’IPM di Napoli che ha infranto record di ascolti, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno culturale. Le riprese proseguono a ritmo serrato e, mentre la fine dei lavori è prevista per ottobre, emergono le prime indiscrezioni sulla trama.
Secondo quanto appreso da Adnkronos, la nuova stagione vedrà l’ingresso di detenuti provenienti dal Nord Italia, pronti a stravolgere gli equilibri all’interno del carcere minorile. Il loro obiettivo sarà quello di avviare un nuovo traffico di stupefacenti, presumibilmente incentrato sulle cosiddette “nuove droghe”. La narrazione potrebbe quindi concentrarsi su una faida tra i clan del nord e quelli del sud, con questi ultimi guidati da Rosa Ricci (Maria Esposito), personaggio destinato ad assumere un ruolo ancora più centrale. La ragazza si troverà inoltre a esplorare il rapporto con la madre, Maria Ricci (interpretata da Antonia Truppo), che suo padre le aveva fatto credere fosse morta.
L’uscita di scena di personaggi chiave come Carmine (Massimiliano Caiazzo), Edoardo (Matteo Paolillo), Crazy J (Clara Soncini) e Kubra (Kyshan Wilson) lascerà spazio all’emergere di altre figure. Tra queste, Carmela (Giovanna Sannino) godrà di maggiore approfondimento narrativo. Non mancheranno i ritorni, come quello di Luna (Marina Gambardella), il personaggio transgender che nella terza stagione aveva stretto un legame con Milos.
“Il cuore del successo è il mondo dei ragazzi che parla non solo ai coetanei, ma anche agli adulti e ai genitori”, ha dichiarato il produttore Roberto Sessa, confermando che la sesta stagione è già stata approvata. “Questa è una serie che può continuare a lungo, perché la sua piattaforma narrativa si presta alla multistagionalità. Nella quinta stagione ci saranno nuovi ingressi molto speciali che speriamo il pubblico apprezzerà”.
The Morning Show 4: Un cast stellare non basta a salvare la trama
Se in Italia l’entusiasmo è alle stelle, negli Stati Uniti la quarta stagione di “The Morning Show” fatica a trovare una direzione convincente. La serie di Apple TV+ è sempre sembrata quasi generata da un’intelligenza artificiale, e l’introduzione di un subplot sull’IA nelle prime scene, con conduttori deepfake pronti per le Olimpiadi del 2024, appare quasi inevitabile. Tuttavia, la vera forza della serie risiede proprio in ciò che l’IA non può replicare: il carisma unico delle sue star.
Per la quarta stagione, al duo formato da Reese Witherspoon e Jennifer Aniston si aggiunge un cast di ospiti eccezionale: Marion Cotillard, Aaron Pierre, Jeremy Irons, William Jackson Harper e Boyd Holbrook. Un concentrato di talento pensato per sopperire a eventuali lacune di coerenza narrativa. Purtroppo, non sembra essere sufficiente.
La storia riprende nella primavera del 2024, quasi due anni dopo che Bradley (Witherspoon) si è consegnata all’FBI. A differenza della stagione precedente, che mescolava audacemente eventi reali e soap opera, i nuovi episodi appaiono molto più timorosi. Temi complessi e divisivi come la guerra a Gaza o le elezioni presidenziali americane vengono appena menzionati. La serie preferisce inventare di sana pianta incidenti internazionali, come la defezione di una schermitrice iraniana durante un’intervista, una scusa per inscenare un inseguimento d’auto che però non acquista mai vero spessore narrativo.
Vecchi e nuovi personaggi: una gestione problematica
Integrare i nuovi attori in un cast già affollato si rivela una sfida. La sceneggiatura inserisce forzatamente il personaggio di Marion Cotillard nella trama, facendoci credere che sia sempre stata una figura chiave, anche se non l’abbiamo mai vista prima. Altri, come Irons e Harper, scompaiono per lunghi tratti. L’unica new entry veramente utilizzata è Aaron Pierre, sfruttato principalmente per il suo fascino estetico per soddisfare palesemente lo sguardo femminile.
Sorprendentemente, il lavoro migliore viene fatto con i personaggi veterani. Dopo aver parlato per stagioni di equità razziale sul posto di lavoro, la serie finalmente dà spazio a Mia (Karen Pittman) e a Chris (Nicole Beharie), permettendo loro di brillare e di avere un ruolo più incisivo, specialmente nel contesto delle Olimpiadi. Una scelta che, almeno in parte, riscatta una stagione percepita da molti critici come disordinata e priva di una visione chiara.