
Sul palco del Festival di Sanremo, Rose Villain ha portato “Click boom!”, un brano potente e intimo che ha colpito il pubblico per il suo linguaggio diretto e le immagini emotive. Il testo, scritto da Dario Petrella, Rosa Luini (vero nome di Rose Villain), Alessandro Ferrara e pubblicato da etichette di rilievo come Universal Music Publishing Ricordi e Sugarmusic, racconta con crudezza e poesia una relazione tormentata e viscerale.
Tra disordine interiore e bisogno d’amore
“Click boom!” si apre con una confessione: la protagonista non riesce più a essere lucida, persa in un caos emotivo in cui il cuore ha la meglio sulla ragione. Insegue la persona amata per strade vuote e buie, simbolo del vuoto che prova dentro. Anche quando finge che non le importi più, una lacrima e la pioggia che la accompagna tradiscono la sua vulnerabilità. Il bisogno dell’altro diventa insopprimibile, nonostante il dolore.
La cantante ammette di aver aperto le porte del proprio disordine emotivo, di aver lasciato entrare l’altro nel suo caos interiore. E senza di lui, non ha nulla da perdere. La paura non è il buio, ma svegliarsi accanto a qualcuno senza sentirsi davvero connessi. L’amore, per lei, è come un proiettile: rapido, violento, inarrestabile. Il suono “click boom boom boom” è l’eco costante di questo sentimento che esplode e lascia il segno.
Un ritornello esplosivo e immagini visive forti
Il ritornello è martellante, viscerale, e resta facilmente impresso: il cuore che batte come un’esplosione, la corsa verso l’amato a bordo di una “vroom vroom vroom”, e l’atto di “prendere la mira” prima di colpire. Un mix tra desiderio e autodistruzione, amore e pericolo.
Rose Villain non si limita a raccontare l’amore romantico: esplora le sue sfumature più oscure e contraddittorie. Parla di un “mare nero che s’illumina”, della capacità dell’altro di trasformare il male in musica, della condanna che si trasforma anche in cura. Sono immagini potenti che alternano luce e ombra, fragilità e potere.
L’amore come destino inevitabile
Nel finale, la canzone raggiunge il culmine emotivo: la protagonista giura che, anche se l’universo finisse quella notte, seguirebbe la persona amata “con tutte le ossa rotte” fino in cima all’Everest. Un’immagine estrema che racchiude tutta la devozione e il tormento di questo legame.
Anche quando cerca di andare avanti, lo ritrova ovunque: nelle canzoni, sull’autostrada, in ogni luogo dove c’è elettricità. Il bisogno dell’altro è ovunque, inevitabile come il disordine che porta dentro.
Una ballata moderna che unisce pop e dolore
“Click boom!” si inserisce perfettamente nel panorama musicale contemporaneo: una ballata pop dalle tinte urban, con un testo fortemente personale e una produzione che valorizza la forza emotiva delle parole. Rose Villain conferma il suo stile originale, a metà tra la cantautrice e l’artista visuale, costruendo un immaginario ricco di simboli e riferimenti cinematografici.
Con questa performance a Sanremo, l’artista ha dimostrato che anche la fragilità può essere potente. “Click boom!” non è solo una canzone: è un grido sincero, viscerale, che racconta cosa significa amare fino a perdere se stessi.